La misura dei beni strumentali Nuova Sabatini: in che cosa consiste

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La misura Beni strumentali (“Nuova Sabatini”) – approvata con disegno di legge “Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2021” (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 246 del 14/10/2021) – è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese.
La misura serve a finanziare gli investimenti rivolti all’acquisto o all’acquisizione in leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
Il bando è rivolto a tutte le micro, piccole e medie imprese sul territorio italiano.
Le risorse rifinanziate si aggiungono a quelle precedentemente stanziate per la misura nell’annualità 2021 (articolo 1, commi 95-96 della Legge di Bilancio 2021 e articolo 11 ter del Decreto Sostegni bis).

In cosa consiste il contributo dei beni strumentali Nuova Sabatini

Il contributo concesso dal MISE alle PMI corrisponde all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento quinquennale convenzionale con rate semestrali posticipate, al tasso del 2,75% annuo per gli investimenti ordinari (3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti).
La misura è stata rifinanziata ad ottobre con ulteriori 300 milioni di Euro per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Inoltre sono stati previsti 900 milioni di rifinanziamento per i prossimi 5 anni, 180 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.

Quali imprese possono presentare domanda per Nuova Sabatini

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) di tutti i settori economici, con esclusione di:

  • attività finanziarie e assicurative;
  • attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.

Contributo Beni Strumentali “Nuova Sabatini”

Il contributo Beni Strumentali “Nuova Sabatini” è aumentato del 30% (tasso di interesse annuo del 3,575%), per l’acquisto di beni Industria 4.0:
macchinari impianti e attrezzature nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie compresi gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (RFID) e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.
Per le micro e piccole imprese che investono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, il contributo è aumentato del 100% (tasso di interesse annuo del 5,5% nel limite complessivo di 60 milioni).

Quali sono le spese ammissibili per Nuova Misura

Il finanziamento deve essere utilizzato per l’acquisto di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa, attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo e hardware (classificabili, nell’attivo dello stato patrimoniale, alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4, dell’articolo 2424 del codice civile), nonché di software e tecnologie digitali, destinati a strutture produttive già esistenti o da impiantare, ovunque localizzate nel territorio nazionale. I beni devono essere nuovi ed avere un valore unitario maggiore di € 516,46.

Gli investimenti ammissibili sono destinati a:

  • a) creazione di un nuovo stabilimento;
  • b) ampliamento di uno stabilimento esistente;
  • c) diversificazione della produzione di uno stabilimento mediante prodotti nuovi aggiuntivi;
  • d) trasformazione radicale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente;
  • e) acquisizione di attivi di uno stabilimento.

Gli investimenti devono essere avviati successivamente alla data della domanda di accesso ai contributi. Gli investimenti devono essere conclusi entro dodici mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
Gli investimenti, qualora non riferiti ad immobilizzazioni acquisite tramite leasing finanziario, devono essere capitalizzati e figurare nell’attivo dell’impresa per almeno tre anni.

Gli investimenti devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • autonomia funzionale dei beni (non è concesso il finanziamento di componenti o parti di macchinari che non soddisfano tale requisito)
  • correlazione dei beni oggetto dell’agevolazione all’attività produttiva svolta dall’impresa

L’entità dell’agevolazione

La concessione del contributo è condizionata all’adozione da parte dell’impresa di un finanziamento (o un leasing) deliberato da una banca o da un intermediario finanziario;

Il finanziamento (o leasing) deve avere un valore non inferiore a € 20.000,00 e non superiore a € 4.000.000 milioni.

Il finanziamento può coprire fino al 100% degli investimenti.
il finanziamento non deve avere durata superiore ai 5 anni
A fronte del finanziamento, è concesso un contributo (da non restituire) pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati su un finanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento, al tasso d’interesse variabile a seconda della tipologia di bene acquistato (investimento ordinario o cd. «industria 4.0) e della Regione nella quale ha sede l’impresa.
L’erogazione del contributo avverrà in un’unica soluzione.

Come si richiede l’agevolazione Nuova Sabatini

L’agevolazione va richiesta da un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), all’indirizzo PEC della Banca/Intermediario finanziario (o Soc. di leasing) convenzionato e che finanzia l’acquisto.

La banca o l’intermediario finanziario verifica la regolarità formale e che la documentazione trasmessa dalla PMI, nonché la sussistenza dei requisiti di natura soggettiva relativi alla dimensione di impresa e,

L’impresa compila il modulo di domanda, uno per ogni bene strumentale che si vuole acquistare, e lo invia tramite PEC alla Banca.

La banca trasmette al Ministero la richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo e la delibera del finanziamento.

Il Ministero emana il provvedimento di concessione del contributo.

La banca si impegna a stipulare il contratto di finanziamento con la PMI ed eroga il finanziamento in un’unica soluzione oppure nel caso di leasing, entro trenta giorni dalla consegna del bene o dal collaudo successivo

L’impresa entro 12 mesi dalla stipula del finanziamento deve realizzare l’investimento.

Entro 60 giorni dalla conclusione dell’investimento l’impresa invia la documentazione di ultimazione investimento e la richiesta di erogazione del contributo.

Il Ministero eroga il contributo in un’unica soluzione entro 60 giorni dalla domanda di erogazione.

La domanda deve essere compilata dall’impresa in formato elettronico, secondo lo schema di cui all’allegato n. 1 della circolare, corredata di marca da bollo tranne nel caso in cui sia presentata da imprese appartenenti ai settori agricoli e della pesca.
All’atto della presentazione della domanda l’impresa non deve fornire né i preventivi né le fatture o altri titoli di spesa. Nel caso di investimento in leasing, alla richiesta unica di erogazione deve essere fornita anche la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà della società di leasing che attesti l’avvenuto pagamento a saldo dei beni oggetto di investimento, complete di analoghe dichiarazioni liberatorie dei fornitori.
Un’impresa con più sedi locali deve corrispondere un’unica sede operativa dell’impresa da indicare nel modulo di domanda.

Potrai consultare la scheda di sintesi presente sul nostro Portale al link: https://www.contributieuropa.com/v3/store/dettagliobando.asp?id=4600&affid=0

 

Come leggere un bando di finanziamento

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Il bando è una procedura che prevede l’assegnazione di un finanziamento finalizzato all’ottenimento di un determinato risultato, al quale possono concorrere una serie di soggetti in possesso di una certa serie di requisiti. La partecipazione richiede la compilazione e consegna di una serie di documenti per descrivere il possesso dei requisiti richiesti e le caratteristiche delle attività di investimento che si intendono svolgere in cambio del finanziamento.

Imparare a leggere correttamente tutti gli elementi di un bando significa avere delle chance di ottenere il finanziamento proposto. Unione Europa, Regioni, Ministeri offrono finanziamenti. Nei bandi l’ente finanziatore stabilisce gli elementi cruciali da rispettare per potere richiedere il finanziamento. Saper leggere il focus del bando senza lasciarsi distrarre dai dettagli è fondamentale per non perdere l’accesso a utili finanziamenti.

Quali sono gli elementi principali da leggere in un bando per partecipare correttamente?

Quando decidiamo di consultare in un bando, ci troviamo di fronte ad un documento suddiviso in diversi capitoli e sottocapitoli che, in molti casi, può contare una lunghezza di oltre 50 pagine.

Per poter comprendere in prima battuta se quello che abbiamo davanti è un bando che possa fare al caso nostro, non è necessario leggerlo tutto, ma basta soffermarsi su alcuni elementi fondamentali che, di norma, coincidono con altrettanti capitoli presenti nel bando.

Vediamo nel dettaglio quali sono questi elementi

1) Soggetti beneficiari del bando

Con soggetti beneficiari si intende chi può presentare domanda per il bando.

In primo luogo dobbiamo comprendere se sia un soggetto pubblico (Enti, Comuni, ecc..) oppure privato (persone fisiche, imprese, associazioni, ecc…).

Prendendo come nostro target di riferimento le imprese private, dobbiamo capire se il bando è rivolto indistintamente a tutte le imprese di ogni dimensione e settore, oppure se vi sono delle limitazioni.

Quanto si parla di dimensione aziendale, è importante tenere a mente la distinzione tra micro, piccola, media e grande impresa secondo i parametri della seguente tabella:

 micro impresapiccola impresamedia impresa
a) dipendentimeno di 10meno di 50meno di 250
b) fatturatonon superiore a € 2 milioninon superiore a € 10 milioninon superiore a € 50 milioni
oppureoppureoppure
c) totale di bilancionon superiore a € 2 milioninon superiore a € 10 milioninon superiore a € 43 milioni

I settori di attività possono essere di diverso tipo (Agricoltura, Industria, Artigianato, Commercio, ecc..). Per appurare a quale specifico settore appartiene la nostra impresa, è necessario controllare il Codice Ateco indicato nella Visura camerale aziendale. A ogni Codice Ateco corrisponde uno specifico settore di attività.
Inoltre è importante valutare la compagine societaria, in quanto esistono alcuni bandi specifici ad esempio per le imprese composte a maggioranza femminile oppure giovanile.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, la geo-localizzazione dell’impresa, ovvero dove si trovano la sede legale e le sedi operative dell’impresa. I bandi nazionali sono applicabili a tutti i territori, mentre i bandi regionali o locali richiedono che la sede legale e/o operativa sia nella zona di competenza dell’Ente che gestisce il bando.

2) Tipologia di investimenti e spese ammissibili

Ogni bando indica con precisione quale tipologia di intervento intende finanziare e quali singole spese sono ammesse. Esistono bandi per qualsiasi tipo di investimento, ad esempio per l’acquisto di macchinari, impianti, attrezzature, opere edili, acquisto di software, marchi, brevetti, formazione aziendale, fiere, internazionalizzazione, start up, consulenze, ecc…
Bisogna pertanto confrontare con attenzione le spese previste dal piano di investimento aziendale con quelle previste dal bando per assicurarsi che ci sia compatibilità.
Le spese ammissibili spesso richiedono di presentare documentazione idonea ad attestare il sostenimento delle spese e il rispetto dei criteri di eleggibilità del bando.
Bisogna quindi analizzare con attenzione le caratteristiche della documentazione richiesta per assicurarsi di predisporla in modo conforme ai requisiti del bando.

3) Entità dei contributi del bando

I bandi possono prevedere una o più forme di contribuzione. Possiamo avere a che fare con contributi e fondo perduto, finanziamenti a tassi agevolati, crediti di imposta. In alcuni casi possono essere previste forme miste di agevolazione.
Inoltre, viene indicata sotto forma di percentuale l’entità massima finanziabile (con riferimento alle spese ammesse). Ad esempio può esserci un contributo a fondo perduto pari all’80% delle spese ammesse, il che vuol dire che su € 100.000 di spese sostenute, può venire erogato un contributo pari ad € 80.000.
Infine, spesso viene indicato un valore di spese minima ed uno massimo per il quale posso richiedere il contributo. Il contributo previsto può presentare un massimale complessivo (a livello di intero importo dei fondi disponibili) detto massimale di sovvenzione.

4) Scadenza del bando

Il termine di presentazione è la finestra temporale nella quale l’impresa può presentare la domanda per un bando all’Ente di riferimento.
Nei bandi spesso viene indicata una data di apertura ed una di chiusura (bandi a graduatoria). La scadenza indica il termine ultimo entro il quale bisogna presentare la domanda.
In altri casi è indicata solo la data di apertura ma non quella di chiusura (bandi a sportello) che coincide con l’esaurimento delle risorse totali messe a disposizione dal bando. Attenzione, in molti casi le risorse possono esaurirsi in pochi giorni e addirittura in poche ore, dunque per questi bandi è consigliabile presentare domanda con tempestività.
Inoltre in genere viene indicata anche la scadenza entro la quale devono essere eseguite le attività richieste dal bando, in modo che il partecipante possa stimare la fattibilità dell’esecuzione di quanto richiesto.

5) Soggetti partecipanti del bando

Il bando può richiedere anche il rispetto di determinati requisiti a livello di caratteristiche possedute dai soggetti che propongono domanda di partecipazione. Nel caso ad esempio di contributi erogabili per il settore cultura ad esempio la domanda potrebbe essere proposta soltanto da un museo o da una università.

L’analisi dei requisiti richiesti ai soggetti partecipanti quindi è necessaria per comprendere se si possiede le caratteristiche necessarie a richiedere il finanziamento.

Un criterio da rispettare potrebbe essere il codice ATECO, oppure la dimensione dell’impresa in termini di numero di dipendenti, oppure la forma societaria richiesta. Tali requisiti possono interessare anche i partner di progetto, soggetti coinvolti dal partecipante nell’esecuzione delle attività proposte. Tali soggetti possono essere esaminati dall’ente erogatore a livello di esperienza e certificazioni possedute, efficacia prevista delle attività, retribuzioni minime da rispettare. I partner possono accedere direttamente a una quota di finanziamento, essendo chiamati a svolgere una parte delle attività previste. Gli oneri dei partner, comunque, in generale, sono minori di quelli dei soggetti partecipanti.

6) Finalità del bando

Le finalità sono gli obiettivi al raggiungimento dei quali è subordinata la concessione del finanziamento, e che bisogna dichiarare di essere in grado di soddisfare. Analizzare gli obiettivi è cruciale per assicurarsi di essere in grado di adempiere a quanto richiesto.

Le categorie dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati

I finanziamenti erogati sotto forma di bandi, contributi e agevolazioni sono fattori cruciali per le imprese, grazie ai quali esse possono sostenere la propria attività, competere in condizioni di difficoltà, rinnovarsi e mettere a punto comportamenti virtuosi.
Tuttavia molto spesso diciture come “contributi” e “finanziamenti” vengono utilizzati come sinonimi, quando invece sono presenti delle distinzioni.

Possiamo distinguere infatti i finanziamenti in quattro macro categorie:

  1. Contributi a fondo perduto

  2. Finanziamenti a tasso agevolato

  3. Agevolazioni fiscali/ Crediti di imposta

  4. Garanzie

Di seguito analizzeremo nel dettaglio le principali caratteristiche di ogni categoria.

Cosa sono i contributi a fondo perduto?

I finanziamenti a fondo perduto sono la forma di contributo più richiesto dagli imprenditori, in quanto prevede da parte dell’Ente gestore del bando (Stato, Regioni, Camere di Commercio, ecc..) l’erogazione di una somma di denaro a favore dell’impresa, senza che quest’ultima debba restituirne una parte oppure pagare interessi.

Di norma, questa tipologia di contributo viene erogato a fronte di una serie di spese sostenute dall’azienda, e l’entità del contributo viene espressa in percentuale all’investimento effettuato.

Importante è sottolineare come i contributi a fondo perduto, di norma, non vengano erogati a fronte di spese già sostenute. L’impresa dovrà pertanto pagare anticipatamente tutte le fatture inerenti al progetto di investimento sostenuto e solo a quel punto potrà richiedere che gli venga riconosciuto il contributo. In genere il contributo a fondo perduto non comprende l’intero importo della spesa da sostenere ma soltanto una parte, es. 80 o 50%. La parte rimanente ricade sull’azienda che ha fatto richiesta.

In genere questa tipologia di agevolazione richiede soltanto di sostenere in anticipo la spesa preventivata e di dimostrare l’avvenuto sostenimento del costo.

I contributi a fondo perduto possono appartenere a cinque categorie differenti:

Contributo in conto capitale: sono i contributi diretti, ovvero hanno lo scopo di incrementare i mezzi patrimoniali dell’impresa e pertanto vengono erogati senza che ci sia l’obbligo di realizzare un particolare investimento materiale o immateriale.

Contributo in conto impianti: vengono erogati con l’obiettivo di sostenere l’acquisto o la costruzione di immobilizzazioni materiali o immateriali ammortizzabili.

Contributo in conto esercizio: vengono concessi con l’obiettivo di contribuire alle spese di gestione dell’impresa (es. acquisto materie prime, locazioni immobiliari, pagamento stipendi, ecc.) oppure integrare i ricavi dell’azienda.

Contributo in conto interessi: Il contributo in conto interessi viene concesso a fronte della stipula di un contratto di finanziamento, generalmente a medio-lungo termine, ottenuto a condizioni di mercato. Il contributo consiste nell’abbattimento del tasso di interesse applicato dalla banca. Solitamente copre soltanto la parte di interessi dovuti dall’azienda sul prestito. L’agevolazione infatti si calcola sugli interessi passivi sul prestito anziché sul valore del prodotto o servizio. Un contributo in conto interessi può ospitare anche altri incentivi, come contributi a fondo perduto.

Contributo in conto canoni: è similare al contributo in conto interessi ma è erogato a fronte della stipula di un contratto di locazione finanziaria (leasing). Anche in questo caso lo scopo è quello di abbattere gli oneri di esercizio.

Cosa sono i finanziamenti a tasso agevolato?

I finanziamenti a tasso agevolato a un tasso inferiore a quello di mercato (quindi più vantaggiosi), ad esempio per incentivare lo sviluppo industriale o l’occupazione.

Il tasso del finanziamento può essere anche pari a zero o comunque molto basso (es. 0,5%). Pertanto, rispetto ai contributi a fondo perduto, prevedono la restituzione del capitale ma con un ammontare degli interessi da riconoscere minore di quella che normalmente andrebbe corrisposta.

Abbiamo per esempio i prestiti d’onore ai giovani disoccupati per incentivarli ad avviare una nuova attività, oppure i prestiti agli studenti per sostenere la propria carriera formativa e da rimborsare una volta entrati nel mondo del lavoro. Di solito vengono erogati da enti locali che vogliono sostenere la crescita economica di un territorio. Solitamente questo genere di agevolazione permette di coprire tutte o la gran parte delle spese richieste dall’azienda e ammissibili dal bando.

Per essere corrisposti richiedono il rispetto di specifici requisiti come l’età del richiedente, la residenza in particolari territori, le dimensioni dell’impresa

I finanziamenti agevolati comprendono varie tipologie come prestiti a tasso agevolato, finanziamenti riservati a studenti, prestiti finalizzati destinate a specifiche finalità (es. realizzazione impianti ecosostenibili)

Cosa sono le agevolazioni fiscali e crediti d’imposta?

Le agevolazioni fiscali sono delle norme che prevedono la possibilità per l’impresa di avere uno sconto su quanto dovuto all’erario, in modo da ridurre il carico fiscale dovuto allo Stato. Sono sempre assimilabili ai contributi a fondo perduto ma, invece di prevedere un’erogazione di denaro a favore dell’impresa, permettono a quest’ultima di avere una riduzione delle tasse da versare. Possono servire a stimolare lo sviluppo economico

Inoltre, permettono di recuperare costi già sostenuti in passato, a differenza di quanto solitamente previsto dai tradizionali contributi a fondo perduto.

Tieni a mente che per poter usufruire di questi benefici è necessario avere debiti da saldare nei confronti dello Stato a livello di tasse, costo del lavoro per i dipendenti, ecc…

Le agevolazioni fiscali soggettive vengono concesse a soggetti in possesso di determinati requisiti (es. disabili, pensionati in difficoltà economiche ecc.).

Le agevolazioni fiscali oggettive sono concesse dal Fisco al prodursi di determinate situazioni (come l’appartenenza a certe classi di immobili), per ottenere determinati effetti (es. favorire il recupero edilizio e la riqualificazione energetica).

Le agevolazioni fiscali possono essere deduzioni (un importo che viene sottratto all’importo lordo sul quale si calcolano le imposte), come le donazioni agli enti no profit, e detrazioni (importi sottratti sull’ammontare IRPEF da versare calcolata sul reddito imponibile), come alcune spese mediche.

La distinzione quindi è sul momento nel quale l’agevolazione viene calcolata: sul reddito imponibile (deduzioni) oppure sulle imposte da corrispondere (detrazioni).

Garanzie

Le garanzie hanno l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese. Non prevedono né un contributo a fondo perduto né un finanziamento a tasso agevolato, ma in esse abbiamo un ente terzo che funge da garante per l’impresa.